Sintesi dell’intervento del Presidente CLENAD, Luca Amadei, all’incontro tra END presso il Parlamento europeo

Nell’incontro dedicato agli END del 30 settembre 2025 presso la sede del Parlamento europeo, il Presidente del CLENAD Italia, Luca Amadei, ha presentato il quadro della presenza di esperti italiani nelle istituzioni europee e le strategie per rafforzare il ruolo dell’Italia nell’Unione.

Gli Esperti Nazionali Distaccati: La Presenza Italiana nelle Istituzioni UE

Chi sono gli END e cosa fa il CLENAD

Il CLENAD (Comitato di Collegamento tra gli Esperti Nazionali Distaccati) rappresenta i professionisti italiani che lavorano presso le istituzioni dell’Unione Europea. Questi esperti costituiscono uno strumento strategico fondamentale, inserito nel cuore decisionale dell’Europa, e fungono da antenne che permettono all’Italia di anticipare gli sviluppi normativi e le dinamiche decisionali dell’UE.


📊 La fotografia attuale: 225 esperti italiani in Europa

Attualmente sono 225 gli esperti italiani distaccati presso le istituzioni europee, e la loro distribuzione racconta molto delle priorità del nostro Paese. La presenza più significativa si registra nella Commissione Europea con 95 esperti che coprono praticamente ogni materia trattata dalla Commissione stessa.

Una concentrazione particolarmente rilevante si trova in FRONTEX, dove lavorano 43 esperti impegnati nella definizione delle politiche sulle frontiere europee. Altri 31 esperti operano nel Servizio europeo per l’azione esterna, di cui ben 26 sono dedicati alla Politica di Sicurezza e Difesa Comune, una presenza determinante per il monitoraggio degli interessi italiani.

È interessante notare che quasi la metà degli esperti attualmente in distacco proviene dal Ministero dell’Interno (settore Pubblica Sicurezza), dal Ministero della Difesa e dalle Capitanerie di porto e Guardia Costiera. Questo dato evidenzia l’impegno dell’Italia nel mantenere la leadership nel Mediterraneo e nel garantire la propria presenza nello sviluppo delle politiche di sicurezza europea.


⚠️ Le criticità: dove l’Italia deve crescere

🛡️ Il paradosso della difesa

Il settore della Difesa presenta un paradosso. L’Italia può vantare due campioni mondiali: Leonardo e Fincantieri, rispettivamente nona e trentunesima potenza globale per fatturato. Parliamo di colossi che insieme generano 27 miliardi di euro di ricavi, con Leonardo che realizza il 75% delle commesse nel settore della Difesa.

Mentre l’European Defence Fund mette in campo oltre 7 miliardi di euro fino al 2027 per finanziare l’innovazione e la collaborazione europea, l’Italia ha solo 7 esperti nella Direzione Generale DEFIS della Commissione. È una presenza troppo ridotta per contribuire adeguatamente sull’impiego di questi fondi.

💰 I giganti dell’economia

Leonardo e Fincantieri non sono casi isolati nell’eccellenza italiana. Conglomerati come Generali, ENI ed ENEL rappresentano circa il 20% della capitalizzazione del mercato azionario italiano, con ricavi superiori a 300 miliardi di euro, costituendo una vera e propria forza trainante della nostra economia.

A questo si aggiunge il settore bancario, dove l’attivo gestito e i crediti erogati dalle banche italiane si misurano in migliaia di miliardi di euro. Stiamo parlando di giganti nel campo finanziario.

Eppure, in FISMA, la Direzione Generale della Commissione che elabora e propone le politiche in materia di economia e finanza dell’Unione Europea, l’Italia ha solo 6 esperti. Un numero esiguo di fronte a un sistema che muove capitali immensi. Questa presenza limitata rende il Paese vulnerabile e diminuisce il suo ruolo nelle politiche europee che possono avere un impatto sul sistema economico italiano.

⚖️ Competizione: troppo poco per proppo in gioco

Una situazione preoccupante si riscontra anche nella Direzione Generale COMP, che detta le regole del gioco per le imprese europee. L’Italia ha solo quattro esperti coinvolti nei lavori su concentrazioni, aiuti di Stato e pratiche commerciali che possono determinare il successo o il fallimento di intere filiere produttive italiane.


🎯 La visione per il 2028: un’Italia più forte in Europa

Gli Obiettivi Strategici

Guardando al 2028, anno della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, sarebbe opportuno che l’Italia raggiunga tre obiettivi ambiziosi:

Primo, aumentare il numero totale di esperti nazionali distaccati fino a raggiungere quota 300, da posizionare strategicamente nelle aree chiave per gli interessi nazionali.

Secondo, aumentare decisamente la presenza di END nei settori cruciali della Difesa (DEFIS), dell’Economia e Finanza (FISMA) e della Competizione (COMP), dove attualmente l’Italia è sottorappresentata rispetto al peso della propria economia.

Terzo, costituire degli specifici hub settoriali per creare un collegamento virtuoso tra gli END, le istituzioni italiane e le imprese, massimizzando il valore dell’esperienza acquisita a Bruxelles.

📚 Le proposte concrete del CLENAD

Per raggiungere questi obiettivi, il CLENAD propone una strategia articolata su più fronti.

Sul fronte della formazione, è necessario creare percorsi formativi specializzati per preparare i futuri END, sviluppati in collaborazione con la Scuola nazionale dell’amministrazione, le università e gli enti di ricerca italiani. Assumere il ruolo di END è una sfida complessa, e l’alto numero di candidature scartate lo dimostra chiaramente.

Sul fronte della condivisione delle competenze, il CLENAD propone di sviluppare centri di competenza tematici che colleghino gli END in servizio e quelli rientrati in amministrazione, le istituzioni di appartenenza degli END e i settori produttivi italiani di riferimento. È fondamentale creare sinergie tra le politiche europee, le capacità del sistema Italia e gli interessi strategici nazionali.

Sul fronte della valorizzazione, è essenziale lavorare per il riconoscimento dell’esperienza END negli avanzamenti e nei concorsi per la dirigenza, creare meccanismi premianti che favoriscano il rientro in patria e strutturare progetti di distacco più condivisi e organizzati.


💡 Il patrimonio che non deve andare disperso

Il ruolo degli END non si esaurisce a Bruxelles. Al termine del mandato, questi professionisti hanno acquisito un patrimonio inestimabile che comprende la conoscenza profonda dei meccanismi decisionali europei, la creazione di reti professionali internazionali e la capacità di lavorare in ambienti multiculturali e multilivello.

Ogni briefing redatto, ogni incontro a cui si partecipa, ogni rete professionale che si tesse contribuisce a plasmare le decisioni che determinano il futuro del Paese. Questo patrimonio di esperienza e competenze deve essere preservato e valorizzato al rientro in Italia, per rafforzare l’intero Sistema Paese.


Una scelta strategica per il futuro

In conclusione, il sistema degli Esperti Nazionali Distaccati rappresenta uno strumento di eccezionale efficacia per il Sistema Italia. La correlazione virtuosa tra le competenze delle amministrazioni di provenienza e il posizionamento strategico nelle istituzioni europee testimonia una visione matura e lungimirante.

Siamo in un momento critico per l’Europa, e il lavoro degli END è essenziale per costruire un’Unione più forte e resiliente. Per questo è necessario fare di più per affrontare le sfide future e i nuovi scenari in tema di competizione globale e sicurezza. Rafforzare la presenza italiana nei settori strategici non è solo un obiettivo ambizioso, ma una necessità per garantire che le decisioni europee riflettano le capacità e gli interessi del nostro Paese.

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